Scoliosi articolo
Cure
PRIMA COSA DA SAPERE…….
Il termine atteggiamento scoliotico, definisce una situazione comportamentale neuro-psicomotoria, la cui evidenza clinica è rappresentata da una curva scoliotica non strutturata con alterazione di una situazione funzionale fisiologica.
La scoliosi è una deformità tridimensionale della colonna generato da un movimento di torsione di tutta la colonna vertebrale
Cosa c'è da sapere
Distinguere un atteggiamento scoliotico da una scoliosi
Il termine atteggiamento scoliotico, definisce una situazione comportamentale neuropsicomotoria, la cui evidenza clinica è rappresentata da una curva scoliotica non strutturata con alterazione di una situazione funzionale fisiologica. La scoliosi presenta una deformità del posizionamento delle vertebre interessate nei tre piani dello spazio ed a volte cuneizzazione delle stesse, mentre in un atteggiamento scoliotico non troviamo niente di tutto questo. E' verosimile pensare che un'alterazione funzionale a livello del sistema di controllo posturale (aree senso-motorie e psico-motorie e sensoriali, comprese quelle dell'area dell'affettività, del carattere e del comportamento sociale), ovunque locata, possa determinare alterazioni nella coordinazione delle attività degli effettori muscolari vertebrali, spinali e spino-appendicolari, con conseguente anomalo allineamento vertebrale: talvolta evidente come accentuazione delle curvature fisiologiche, più spesso evidente come "atteggiamento scoliotico". La curva presente in un atteggiamento scoliotico è una deformità posturale non strutturata e deve essere completamente correggibile in scarico, in trazione ed in fIessione laterale. Clinicamente può essere presente un modesto gibbo, ma questo scompare totalmente quando il paziente viene osservato prono, in scarico. Radiograficamente la curva, che eccezionalmente può anche apparire importante, è priva di qualsiasi cuneizzazione vertebrale e di qualsiasi rotazione coronale. La prognosi di questa deformità è assolutamente buona, poiché la deformità non è evolutiva ed è sensibile al trattamento. La rieducazione posturale rappresenta l'unica indicazione. Occorre soltanto ricordare che in fase iniziale può essere difficile una diagnosi differenziale tra "scoliosi" ed atteggiamento scoliotico, e che la comparsa di segni strutturali deve far pensare all' insorgere di una scoliosi.
Scoliosi
Cos'è la scoliosi?
La scoliosi è una deformità tridimensionale del rachide generato da un movimento di torsione di tutta la colonna vertebrale: tale disallineamento si evidenzia con la comparsa di una curvatura sul piano frontale, ossia inflessione, associata ad una modificazione in senso riduttivo delle curvature fisiologiche sagittali (di solito tendenza all’appiattimento delle curve fisiologiche almeno nelle forme più evolutive) e ad un cambiamento della posizione e dell'orientamento, sul piano coronale, di ogni singola vertebra nello spazio. La scoliosi in base all'età di prima rilevazione viene definita infantile (fino a tre anni), giovanile (dai tre anni fino alla pubertà), adolescenziale (dalla pubertà fino alla completa maturità ossea o dell’adulto. Oltre l’80% delle scoliosi viene diagnosticato durante l’adolescenza. Riguarda in 7 casi su 10 il sesso femminile e colpisce circa il 3% della popolazione, anche se è grave in meno dello 0,5 per mille.Sotto l'aspetto eziologico, le scoliosi possono essere distinte, principalmente, in "congenite" (malformative), "neuromuscolari" (neuropatiche e miopatiche) e"collagenopatiche" (alterazioni primitive del collageno, artrite reumatoide, ecc.), anche se, ancora oggi, l'impossibilità di individuare l'eziologia nella maggior parte delle scoliosi mantiene numericamente preponderante il gruppo della cosiddetta "scoliosi idiopatica".Da queste "scoliosi", la cui caratteristica comune è la "strutturazione", vanno tenute separate tutte quelle "deviazioni scoliotiche", che evidenziano scarse od incomplete caratteristiche rotazionali tra le quali ricordiamo gli "atteggiamenti scoliotici" (da difetto nel sistema di controllo posturale), le "scoliosi isteriche" (da problematiche di tipo psicopatologico), le "scoliosi statiche" (da dismetria degli arti inferiori) e le "scoliosi sintomatiche" (da patologia infiammatoria, tumorale, malformativa del nevrasse, ecc.).A seconda della localizzazione le scoliosi sono classificabili in "cervico-dorsaIi", "toraciche", “toraco-lombari", "lombari" e"doppie".
Cosa c’è da sapere sulla curva scoliotica.
Ogni curva scoliotica assume la denominazione di "destro-convessa" o "sinistro-convessa" a seconda della dislocazione, verso destra o verso sinistra della vertebra disposta all'apice della curva rispetto all’asse del rachide. La vertebra apicale è anche, di regola, quella maggiormente lateralizzata e maggiormente ruotata sull'orizzontale mentre le due vertebre superiore ed inferiore estreme della curva sono quelle in cui è massima la rotazione sul piano frontale (destrorsa per la prima e sinistrorsa per la seconda, e viceversa) ed è nulla la rotazione sul piano orizzontale (vertebre neutre). L'entità della curva è misurabile radiograficamente col metodo di Cobb è possibile misurare i gradi di inflessione, mentre quello più attendibile per misurare la rotazione coronale è quello di Perdriolle. A "tipizzare" una singola scoliosi, oltre agli elementi sopra descritti, contribuisce anche la "riducibilità", ossia la disponibilità della curva ad essere corretta per mezzo di una latero-flessione, ossia una flessione sul piano frontale controlaterale a quello della convessità. Ogni scoliosi strutturale ha un suo coefficiente evolutivo, caratterizzato dalla tendenza della curva ad evolvere nel tempo. Tale evoluzione si verifica soprattutto nell'età evolutiva ed è correlabile con i periodi di crescita in cui la velocità di accrescimento del tronco è maggiore, ossia durante attorno ai 6 anni di vita, e durante il picco puberale, che ha inizio più frequentemente attorno agli 11-12 anni per le femmine e 13-14 per i maschi. Questo potenziale evolutivo decade nel momento in cui il paziente raggiunge la maturazione scheletrica, anche se l'entità della strutturazione e della deformità raggiunta in tale momento condiziona proporzionalmente un'evoluzione residua, attuata nel corso della vita dal processo di rimodellamento continuo. L'esame clinico del paziente permette di evidenziare facilmente la posizione patologica delle apofisi spinose e le deformazioni secondarie che la primitiva deformità del rachide induce sulla gabbia toracica. Infatti, il paziente, a seconda delle caratteristiche della deformità, presenta sui diversi piani peculiari asimmetrie corporee dei profili delle creste iliache, di quelli delle arcate costaIi e delle regioni pettorali, dei triangoli della taglia, dei contorni scapolari e delle spalle. Quando presenti, sono facilmente evidenziabili strapiombi ed eventuali dismetrie degli arti inferiori. Inoltre, mentre in situazione fisiologica la flessione sul piano sagittale del tronco, mantenuto rigorosamente allineato sul piano frontale, non induce asimmetrie nei profili delle sezioni, in un rachide scoliotico, a causa della rotazione-torsione, al torace si rileva un "gibbo", o di "salienza", a seconda della localizzazione rispettivamente a livello toracico o lombare. La "misura del gibbo" (o della salienza) è rappresentata dalla distanza tra la retta orizzontale passante per l'apice di questi ed il punto controlaterale, equidistante rispetto alla linea delle spinose, posto sulla parte depressa dello stesso profilo. Continui rilievi della misura del gibbo, con lo scoliometro, anche se questa non è in realtà correlabile significativamente con l'entità della deformità scoliotica, consentono comunque un valido monitoraggio clinico della curva.
Scoliosi idiopatica
E’ definita nell’80-85% dei casi idiopatica, parola che indica che per ora non ne conosciamo le cause: negli altri casi è secondaria a malattie neurologiche, congenite, metaboliche, etc...
La scoliosi idiopatica è una malattia familiare, nel senso che se qualcuno in famiglia ce l’ha, è probabile che anche altri ne soffrano, sia pure con diversa gravità: attenzione a figli e nipoti, dunque.
Di solito si presenta durante la crescita e peggiora sino alla maturazione ossea, con un picco a inizio pubertà, alle soglie dell’adolescenza.
Purtroppo, se supera certi livelli (spesso oltre i 30°, quasi sempre oltre i 50°), l’evolutività non finisce con la crescita, anche se diviene molto lenta (0,5-1 grado all’anno): spesso ne consegue un incurvamento di lato e in avanti in età anziana. Oltre l’80% delle scoliosi viene diagnosticato durante l’adolescenza.
Scoliosi nell'adulto
Nell’immaginario collettivo due esempi di scoliosi dell’adulto non curate sono Quasimodo, il gobbo di Notre Dame (scoliosi toracica), e la strega di Biancaneve secondo Walt Disney (piegata nella parte bassa della schiena per una scoliosi lombare, oltre al dorso curvo in alto).
Di fatto la terapia è preventiva, per evitare problemi in età adulta, che possono essere: dolore, impatto estetico, deformità progressiva, e raramente problemi cardiorespiratori.
Scoliosi: sintomi?
La scoliosi non ha sintomi come normalmente intesi. Mentre in età adulta, scoliosi non curate, possono portare a dolore, deformità progressiva e a volte problemi cardiorespiratori, durante la crescita non si hanno sintomi evidenti, tanto che la patologia viene individuata spesso casualmente da un osservatore esterno o tramite uno screening con radiografia.
Obiettivi e terapia
Scopo primo della terapia è ottenere un rachide che permetterà ai nostri pazienti una buona funzionalità in età adulta, nel contesto di un corpo e una psiche ben sviluppati.
A questo si affiancano tutta una serie di ragioni/obiettivi:
• Estetica
• Qualità della vita
• Disabilità
• Mal di schiena
• Benessere psicologico
• Progressione
• Funzionalità respiratoria
• Dati clinici e radiografici
• Necessità di ulteriori trattamenti nella vita adulta
• Risultati correlati a postura, equilibrio, movimento
• Risultato cognitivo
Di conseguenza è logico pensare ad una terapia precoce, adeguata, protratta:
precoce: se è vero che tanto più precoce è l’insorgenza tanto maggiore è la progressione, altrettanto precoci dobbiamo essere noi nel mettere in atto, in presenza di chiari segni di evolutività, le terapie;
adeguata: alla gravità attuale e alle potenzialità future della scoliosi, con opzioni che vanno dagli esercizi, all’uso delle ortesi, alla scelta del numero di ore quotidiane di terapia ortesica.
protratta: sino alla fine della maturazione ossea.
Un caso clinico…..
È sovente che si ottengano, in giovani pazienti, risultati ottimali come illustrato in questo caso clinico monitorato anno 2019-2020.
Visita Ortopedica febbraio 2019
Ragazza adolescente 12 anni alla prima osservazione, diagnosi medica: scoliosi dorso-lombare sx convessa 19° Cobb. Gibbo dorso-lombare di 4°. Freccia lombare 45° freccia cervicale 40°. Inclinazione della linea bis-acromiale a dx.
Piano di trattamento: l’ortopedico ha optato per l’utilizzo di un corsetto di Boston 18 ore al giorno con sedute a cadenza settimanale di rieducazione posturale metodo Mezieres.
Rx febbraio 2019 Controllo rx a 12 mesi, febbraio 2020
Trattamento:
Il protocollo è di una seduta a settimana di trattamento rieducativo metodo Mézières come da prescrizione medica aggiungendo delle tecniche di terapia manuale Strain Counterstrain abbinata ad esercizi propriocettivi e di autocorrezione. A casa sono stati indicati degli esercizi da fare quotidianamente.
Risultato a febbraio 2020:
Dopo 12 mesi di trattamento la scoliosi passa da 19° cobb a 0° gradi cobb praticamente annullata, gibbo valutato con scoliometro 0°, lordosi lombare migliorata ( freccia lombare da 50° a 40°) e riallineamento della linea delle spalle.
Questi risultati possiamo ottenerli solo se non siamo in presenza di una deformità ossea vertebrale strutturata. Siamo di fronte ad una patologia idiopatica, di causa sconosciuta nella stragrande maggioranza dei casi, e l’unica arma efficace che abbiamo è quella della diagnosi e trattamento precoce al fine di evitare, o almeno limitare, l'evoluzione delle curve scoliotiche e, in genere, di ogni deformità vertebrale.
Altro caso clinico…..
È sovente che si ottengano, in giovani pazienti, risultati ottimali come illustrato in questo caso clinico monitorato anno 2017-2020.
Visita Ortopedica marzo 2017
Ragazzo adolescente 10 anni alla prima osservazione, diagnosi medica: scoliosi dorso-lombare sx convessa 14° Cobb. Gibbo dorso-lombare di 3°. Freccia lombare 45° freccia cervicale 40°. Inclinazione della linea bis-acromiale a dx.
Piano di trattamento: l’ortopedico ha optato per una riieducazione posturale metodo Mezieres.
Rx 2017 Rx 2019 RX 2020
Trattamento:
Il protocollo è di una seduta a settimana di trattamento rieducativo metodo Mézières come da prescrizione medica aggiungendo delle tecniche di terapia manuale Strain Counterstrain abbinata ad esercizi propriocettivi e di autocorrezione. A casa sono stati indicati degli esercizi da fare quotidianamente.
Risultato a Gennaio 2020:
Dopo 30 mesi di trattamento la scoliosi passa da 14° cobb a 7° gradi cobb, gibbo valutato con scoliometro 1°, lordosi lombare migliorata e riallineamento della linea delle spalle.
Come già detto nel caso esposto prima, questi risultati possiamo ottenerli solo se non siamo in presenza di una deformità ossea vertebrale strutturata. Siamo di fronte ad una patologia idiopatica, di causa sconosciuta nella stragrande maggioranza dei casi, e l’unica arma efficace che abbiamo è quella della diagnosi e trattamento precoce al fine di evitare, o almeno limitare, l'evoluzione delle curve scoliotiche e, in genere, di ogni deformità vertebrale.
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